La prima cosa che notiamo di queste scarpe, per quanto strano possa apparire, è il tacco alto e sottile ma svasato sul fondo. Questo non intacca minimamente la scelta del tacco a spillo così frequente da Manolo Blahnik, ma lo rende più comodo!
Il sandalo si chiama Fawda, è interamente in pelle sia per gli interni che per gli esterni. La pelle è inoltre declinata in un lucente argento, non lucido ma molto luminoso. Si appropria di ogni elemento della scarpa ma sono indubbiamente i listini il centro della scena.
La struttura del sandalo gioca con le curve. I listini sono stondati, partono dai lati e verso il centro curvano e tornano indietro. Sono collegati tra loro tramite un laccetto che risale lungo il dorso del piede, tono su tono.
Il laccetto poi continua a crescere alla caviglia, arrotolandosi lì oppure, volendo, facendolo risalire lungo il polpaccio, a ricordare certi sandali alla schiava che risalgono agli anni Novanta e periodicamente tornano in auge.
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