Lo sperimentalismo di alcuni stilisti può sorprendere per le soluzioni che concernono più propriamente il design della scarpa, dal modello di base all’architettura di un tacco, e suscitano quasi sempre l’ammirazione dello spettatore anche quando certe creazioni sono praticamente impossibili da indossare.
Più facile invece criticare la scelta di alcuni materiali che se qualche volta possono essere convincenti perché armonicamente giustapposti altre volte rivelano solo scarsità d’inventiva o di contro eccesso di sperimentazione.
Come nel caso dei sandali di Pierre Hardy che osa il neoprene in tinta fluo accanto alla pelle tortora del sandalo slingback. Il tacco riprende il fucsia dell’inserto anteriore ma non riesce a stabilire l’equilibrio necessario che manca a questa calzatura.
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