Si chiama Cage perché ricorda le forme di una gabbia eppure non ha nulla di costrittivo questa bella borsetta di Alexander McQueen. Riprende alcuni degli spunti più tipici del dna della maison portata avanti da Sarah Burton, lasciando però sullo sfondo il risvolto leggermente inquietante di ogni creazione, che può essere leggibile a molti livelli.
Scegliamo di focalizzarci su quello estetico dal momento che una borsa assolve principalmente a due funzioni, quella meramente pratica e quella più squisitamente stilistica. Ammettendo che nessuna di noi acquista più borse per necessità, perché si suppone si disponga di un numero decisamente superiore alla mera praticità, non possiamo fare a meno di confessare che questa borsa ci piace per il suo potere estetico e nulla più.
D’altronde la funzione è quella classica che diverse borse sono in grado di soddisfare: una tracollina medio-piccola, rigida, compatta. Qui si sperimenta con forme e materiali uniti insieme per rinnovare la tradizione della borsetta a scatola rigida.
La chiusura a scatto profilata d’oro riprende la struttura a gabbia nella quale si incastona la borsa in pelle, rivestita di coccodrillo lucido. Nel medesimo materiale è anche la tracolla regolabile, agganciata al corpo della borsa per mezzo di altro hardware oro. L’insieme risulta al tempo stesso contemporaneo e vagamente vintage.