In questi giorni non si parla d’altro che della polemica suscitata da Jane Birkin che ha chiesto di non associare il proprio nome alla celeberrima borsa di Hermès che le era stata dedicata e che tuttora si chiama Birkin, addirittura con marchio registrato dal 1997.
La creazione della borsa risale al 1984 quando la maison creò appositamente per l’attrice la borsa tuttora famosa e tra le più amate e ambite dalle donne di tutto il mondo. Nel tempo la Birkin è stata declinata in decine di materiali, colori, dimensioni e finiture. Tra cui anche il coccodrillo.
L’attrice non vuole più essere associata ad una borsa che contribuisce al massacro dei rettili con cui vengono realizzati gli accessori di pelletteria di lusso. La Peta infatti ha lanciato un allarme riguardo al modo in cui vengono macellati i coccodrilli per ricavarne la pelle.
Dettagli spaventosi che hanno allarmato Jane Birkin inducendola a chiedere ufficialmente alla maison francese di dissociare il proprio nome dalla famosa borsa. Con le sue parole:
“Venuta a conoscenza del trattamento crudele riservato ai coccodrilli durante la macellazione per realizzare le borse di Hermés, ho chiesto alla maison di togliere il mio nome alla Birkin Croco finché gli allevamenti non aderiranno alle norme internazionali.”
Hermès ha risposto pochi giorni dopo all’attrice:
“Jane Birkin ha espesso le sue preoccupazioni riguardo al trattamento dei coccodrilli ma i suoi commenti non influiranno sull’amicizia e la fiducia che ci lega da anni. Hermés rispetta e condivide le sue emozioni ed è stato parimenti shockato dalle recenti immagini diffuse. Ogni deroga dalle regole sarà risolta e sanzionata. Hermès specifica che gli allevamenti incriminati non fanno parte di quelli da cui proviene il pellame che utilizza per fabbricare le Birkin.”