Un mito che si frantuma oppure che si rafforza, proprio in virtù di ogni sprezzo delle convenzioni che hanno nel tempo trasformato la celeberrima Birkin in una borsa icona da venerare prima che in un accessorio versatile nato per incontrare le esigenze di una donna pratica.
La notizia è di quelle che farebbero gridare al sacrilegio le ammiratrici del gioiello di pelletteria di Hermès, ma al tempo stesso non fa che rincarare quanto il mito ha dipinto intorno alla figura leggendaria di Jane Birkin, perché lei la sua borsa (sua in tutti i sensi visto che appositamente per lei fu creata), la usava e la strapazzava per bene. Addirittura ci ha messo anche il gatto, in qualche occasione.
Emerge dalle due stesse dichiarazioni, nelle quali precisa di aver posseduto solo quattro Birkin nella sua vita, solo una per volta, usata finché usurata e solo allora sostituita. Ma soprattutto sfruttata fino in fondo, per trasportare qualunque cosa tra aerei e spostamenti, set cinematografici, studi di registrazione, feste e impegni privati.
La sua borsa, diventata simbolo di eleganza, ha condotto una vita che di elegante ricorda solo l’aura di leggenda del personaggio che l’ha ispirata, visto che ha percorso il mondo subendo ogni strapazzo. Una di loro è appena stata messa all’asta per raccogliere fondi da destinare al Giappone colpito da terremoto e tsunami.
A proposito: se avete bisogno di consolazione per il vostro insoddisfatto (e presumibilmente destinato a rimaner tale) desiderio pazzo di una Birkin, sappiate che la figlia di Jane non ne ha mai avuta una. Almeno fino ad ora. Se non ce l’ha lei, ci sarà più lieve la mancanza della borsa più desiderata?
Via Vogue Daily