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Confesso di essere stata una sovversiva di Facebook per anni, convinta fermamente di non aver assolutamente bisogno di un social network per mantenere i legami con i miei amici, né tantomeno di avere la necessità di utilizzarlo per ricostituire contatti persi nel corso degli anni. Poi un giorno di un anno e mezzo fa, quasi per caso, ho ceduto mi sono resa conto di quanto i social network siano ormai divenuti strumento indispensabile per chi, come me, lavora prevalentemente sul web. Da Facebook in poi, col passare del tempo, ho avuto modo di sperimentare i social network più famosi, scoprire i meno conosciuti ed effettuare, poi, una sorta di selezione naturale decretandone i miei preferiti e, perché no, quelli più funzionali in base alle mie esigenze.
Qualche giorno fa mentre sfogliavo Panorama nella sala d’attesa del medico, mi sono imbattuta nella recensione di una nuova App per IPhone che, ne sono certa, farà parlare di sé.
Si chiama Sonar ed è pensata per geolocalizzare le persone attraverso il proprio IPhone, realizzando, sostanzialmente, quanto abbiamo già visto in film di fantascienza e cartoni animati. Basta attivare l’applicazione, infatti, per scoprire chi siano gli sconosciuti che si trovano accanto a noi. (Ovviamente il fatto che anche questi utilizzino Sonar è conditio sine qua non).
Mettete, ad esempio, di ritrovarvi a fare una passeggiata attraverso le sale del Moma di New York e di voler scoprire chi siano esattamente le persone che si aggirano per l’edificio, vi basterà sbirciare lo schermo del vostro telefono per conoscerne i nomi, che lavoro fanno, addirittura, scoprire quanti amici in comune avete su Facebook e, perché no, scegliere di inviare messaggi a chi vi desta maggiore curiosità.
L’idea, per quanto carina ed innovativa potrebbe far storcere il naso a molti: addio privacy (ma a questa, ormai, non ci abbiamo rinunciato dopo l’avvento di Facebook, Twitter e-non ultimo- Foursquare?) ed addio alla pace conferita dall’anonimato. Dopotutto, se ci pensiamo bene, si tratta di compromessi con i quali, noi pionieri di una nuova epoca, abbiamo già imparato a fare i conti da un po’ di tempo. Non credete?