Lo ammetto, ho ignorato per anni gli anelli da cocktail fino a quando, la scorsa estate, leggendo il libro “The One Hundred” di Nina Garcia mi si è aperto un mondo nuovo.
Mi spiego meglio: non che prima non conoscessi questi appariscenti e luccicanti monili, ma, semplicemente li ignoravo, E non soltanto gli anelli da cocktail: sia chiaro! Qualunque anello all’infuori del mio trilogy– pegno d’amore da parte dell’uomo della mia vita- non mi pareva adatto a me.
E pure degli smalti colorati ho avuto sempre una scarsa attrazione, preferendo sempre anonimi rosa, nude, lacche trasparenti e franch manicure. Il motivo è che non mi piace la mia mano: dita troppo corte, palmo troppo grande: insomma, classici complessi da “adolescente irrisolta”. Evvabbè.
Tornando ai cocktail ring, come vi accennavo poc’anzi, il libro della Garcia è stato illuminante per me, supportato dalle miriadi di macro anelli scrutati sulle mani di Rachel Zoe e delle sue “illustri clienti”. La verità è che con gli anni la mia voglia di osare e sperimentare continua a crescere, fuorviandomi da quella naturale inclinazione verso il basic ed il comouflage (e per camouflage intendo non la classica stampa mimetica, ma proprio quell’anonimo stile che si “confonde” o “camuffa” tra la folla) e portandomi ad acquisire un mio stile unico e personale.
Voglia di osare che, in questo momento, si concretizza soprattutto in una necessità di puntare su accessori vistosi ed originali, come gli anelli da cocktail, appunto, magari da portare su indice o mignolo perché se proprio bisogna sperimentare, è bene farlo andando controcorrente. No?
#1 e #2 Cartier
#3 e #4 H&M
#5 Love Rocks
#6 Bill Skinner
#7 Topshop
#8 Swarovsky
#9 Pomellato