In un mondo che pare sembra più proiettato verso il metaverso, la realtà virtuale e qualche eccesso atto a stupire, la collezione autunno inverno 2022-23 di Giorgio Armani ci appare riposante. Non lo intendiamo come un difetto, proprio il contrario. D’altronde il tocco leggermente sci-fi la maison lo ha già sperimentato da anni scegliendo tessuti cangianti e sfumature lunari, dunque non ha proprio niente da dimostrare.
Procede lungo la sua strada scegliendo di proporre una collezione che non altera la direzione intrapresa dalla maison ormai da diversi anni, con una palette che si mantiene fedele ai toni del blu e delle sue sfumature vicine, dal silver al bianco, dagli azzurri al bluette, spesso anche miscelati insieme su tessuti cangianti.
Le linee sono morbide eppure sempre precise, con drappeggi delicati, riflessi, stampe e intarsi sempre al servizio della silhouette. C’è un omaggio agli anni Trenta ma anche uno spirito decisamente senza tempo, tipico della maison.
Non è mancato un segnale potente contro la guerra che sta funestando questi giorni. Lo stesso Giorgio Armani ha aperto lo show dichiarando di aver scelto di non usare la musica per opporre il silenzio alle atrocità. Non un silenzio indifferente, o complice, ma una scelta carica di senso: un momento di raccoglimento e al tempo stesso qualcosa che non ti aspetti (una sfilata senza musica) a segnalare che qualcosa sta accadendo e che bisogna accorgersene.
Foto da Vogue
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