Erano gli anni Ottanta quando Aldo Cipullo creò per Cartier alcuni dei pezzi più iconici riferendosi ad oggetti che con la gioielleria, specialmente l’alta gioielleria, non avevano nulla a che fare. Così nacque il famoso bracciale a chiodo Juste un Clou, così anche il celeberrimo braccialetto Love chiuso da viti. E così nasce anche la serie Ecrou de Cartier che ha appena debuttato e gioca con l’idea del bullone.
Anziché in gioielleria sembrerà di entrare in un ferramenta, ma è un ferramenta di lusso considerando la fattura artigianale e impeccabile di ogni gioiello e l’uso di materiali nobili come l’oro, che come di consueto è giallo, bianco oppure rosa.
Il nuovo design della linea Ecrou si allinea ai grandi classici della maison e rinnova l’idea che l’hardware possa diventare elemento decorativo e non solo funzionale, in ambiti completamente diversi rispetto alla gioielleria.
Ecco dunque il bracciale rigido in oro con filettatura su tutta la superficie per far passare i sei dadi che lo decorano come se fossero pietre preziose, ma con le loro geometrie esatte e una solidità che poco ha a che spartire con la delicatezza di una gemma.
Uno dei bulloni serve anche da chiusura e apertura ma senza conoscerne il segreto è impossibile da scoprire, perché somiglia a tutti gli altri in ogni dettaglio e bisogna esercitare una particolare pressione di un meccanismo nascosto per aprire il bracciale.
Gli altri bulloni sono mobili e possono scorrere lungo il bracciale grazie alla filettatura che lo ricopre tutto. Le misure disponibili sono 6, visto che si tratta di un bracciale rigido e dunque non regolabile, con diametri che vanno dai 15 ai 20 centimetri.
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