Dai tempi in cui il celebre sarto parigino vestiva l’elite francese e le star hollywoodiane, nonché l’icona di tutti i tempi Audrey Hepburn abbigliata da Givenchy in numerosi film di successo… la moda ha fatto strada. Ma non è detto che sia migliorata. Tant’è che ci avviciniamo con sorpresa e stupore alle linee pulite ma ricercate di una maison che della sartorilità ha fatto una vera e propria bandiera.
I modelli che hanno sfilato per l’Haute Couture parigina si inseriscono perfettamente nella tradizione firmata Givenchy, ma presentano anche qualche spunto di sperimentazione, soprattutto con i volumi e le proporzioni, perfettamente calibrate nonostante l’impressione di un’esplosione di tessuti che comunica la gran parte delle gonne che si ampliano d’improvviso sui fianchi. Impressione subito smorzata dalla lunghezza della gonna: rigorosamente corta.
Quando manca la gonna, le linee si fanno più minimali, con giacche e pantaloni smilzi ma molto strutturati, a testimoniare la cura sartoriale di ciascun capo, assemblato come una perfetta architettura, ma memore anche, in taluni casi, di quella delicata arte della carta pieghettata chiamata origami.
Foto da Madame Le Figaro
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