Non è tra gli stilisti di grido che incuriosiscono immancabilmente ad ogni stagione. Ma fa parte di quella schiera di modelle, attrici, cantanti che si riciclano come stilisti, sfondano (ma spesso no) con qualche linea economica o un profumo e poi tornano nell’ombra o al loro primo mestiere.
Victoria Beckham fa le cose per bene e possiede un potente senso degli affari e dello spettacolo perché dopo qualche collaborazione con altri marchi (ricorderete i jeans per Rock&Republic) e il lancio di un marchio personale insieme al marito David, sbarca a Bryant Park e conquista la settimana della moda.
La sua sfilata non presenta alcuna novità di rilievo, perché come già annunciato i suoi abiti rispettano le linee essenziali ma strutturate che Posh in prima persona indossa sin dal primo amore per Roland Mouret, che si dice – sottovoce, per non indispettirla – abbia collaborato alla creazione di questa collezione.
La filosofia che percorre tutto il catwalk firmato Beckham è la vestibilità a guanto: ogni abito aderisce al corpo che ospita, diventa tutt’uno con le curve del corpo stesso, ne segue volute e angolazioni e qualche volta suggerisce volumi dove mancano (alle spalle, soprattutto, in ottemperanza al mood Eighties che si fa sentire anche dov’è meno manifesto). Le lunghezze rispettano un triplice pattern: cortissimo, sotto il ginocchio e lunghissimo, con tanto di coda a strascico.
Foto da Style.com
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