La prima cosa che si nota della passerella d’alta moda di Chanel è – oltre all’ovvia preponderanza di bianco e nero – la presenza di vere e proprie cascate di fiori. Sullo sfondo, tra i capelli, intorno ai volti delle modelle, sugli abiti che ne ripetono le forme. Soprattutto i copricapo, fatti di rose e camelie, annunciano una primavera che tarda ad arrivare e che sboccia, nel cuore dell’inverno, mascherandosi da neve.
La sposa che conclude la sfilata è in pantaloni e corpetto rigido ma indossa un sontuoso velo fatto di petali giganti di cellophane e organza, ancorati alla testa con un cappuccio che sembra un cespuglio di rose, ma tagliate al laser. Il resto della passerella, invece, aderisce di più alla tradizione che richiede abitini dal taglio semplice, grafico, ma accurato, quasi sempre tempestati di decorazioni preziose e dettagli romantici.
Nonostante quanto affermato a proposito di una “nuova modestia” che si fa strada nel mondo della moda, in nome della crisi (e come sua conseguenza), la sfilata somiglia tanto ad uno scrigno di gioie offerto agli occhi di chi alla crisi non solo non sottostà – d’altronde il pubblico dell’haute couture è per definizione qualcuno che può permettersi di spendere cifre folli per un unico abito – ma la rifiuta opponendovi il trionfo del lusso.
Foto da Style.com
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