“Crescendo ho sempre avuto un’ossessione per questioni come eredità, razza, appartenenza” dice Olivier Rousteing. Da piccolo è stato adottato da genitori francesi e ha dovuto fare i conti con la sua identità di bambino nero in una società conservatrice come quella di Bordeaux.
I suoi sogni li ha realizzati tutti ma al centro della scena sulla passerella di Balmain ai 2020-21 ci sono ancora quelle questioni a cui si aggiunge quella del genere, tanto dibattuta nella nostra epoca. Il linguaggio stilistico della nuova collezione è fondato su questi argomenti ma assume comunque un piglio giocoso.
I capi fondamentali, soprattutto le giacche, vengono accentuate all’estremo. Si rifiuta la gerarchia sartoriale classica prediligendo un punto di vista innovativo anche nell’uso dei dettagli decorativi. Il risultato è come sempre sontuoso, appariscente, favoloso. Persino quando ci si serve del pvc!
La donna Balmain è forte, svelta, consapevole di sé, delle radici da cui proviene, della direzione che sta seguendo. Come Olivier, adesso, dopo il cammino che ha percorso fino a qui. Per guidare con successo una delle maison francesi più acclamate.
Foto da Vogue
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