Optical, colore e plissé sono le tre parole chiave che riassumono tutta la linea primavera estate 2020 di Balmain portata in passerella a Parigi da Olivier Rousteing. La cui vita è stata raccontata nel documentario Wonder Boy che rivela la ricerca dello stilista delle proprie radici ritrovando i genitori di origini somale e etiopiche.
Perciò questa collezione rivela in prospettiva creativa la ricerca personale dello stilista. L’Africa, con tutte le mescolanze identitarie che evoca, è indubbiamente al centro della scena. Insieme alla questione dell’identità, per l’appunto.
Se la moda è riflessione sui tempi non c’è dubbio che questa collezione, pur partendo da una vicenda molto personale, ampli il contesto estendendolo a questioni decisamente attuali, decisamente calde. E che riguardano tutti.
Ma lo fa con il piglio creativo esplosivo di Rousteing e la tradizione di casa Balmain dunque sublimando le questioni scottanti per trasformarle in purissima arte. Sul catwalk sfilano il black and white in chiave optical, i colori strong, gli accostamenti audaci, un ricchissimo plissé. Le parole chiave di cui parlavamo all’inizio.
Foto da Vogue
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