Bianco, nero (soprattutto nero) e sfumature d’ardesia compongono l’essenziale palette che Maria Grazia Chiuri ha scelto per la linea couture di Dior. Essenziale, sì, ma non banale perché le finiture sono spesso scintillanti, piene di bagliori o arricchite da ricami, applicazioni e dettagli preziosi.
Pur sempre di una linea di alta moda si tratta quindi spazio alla lavorazione artigianale di elementi ricercati che prendono vita anche su modelli essenziali ma che danno il meglio di sé sui sontuosi abiti da sera a gonna ampia.
L’ispirazione è venuta alla stilista dalla lettura del saggio “Are Clothes Modern?” di Bernard Rudofsky, scrittore contemporaneo di Christian Dior che lo ha scritto per la mostra del MoMa con lo stesso titolo. Il risultato? Una collezione che elimina tutto quel che sembra assurdo nella moda ma che accettiamo perché… così dev’essere.
Quindi senza rinunciare alla bellezza di ogni capo ogni capo diventa woman-friendly. A partire dalle scarpe, ma non solo, il design diventa efficiente e non solo bello. L’idea di fondo è che la comodità non prescinde necessariamente dal glamour. E questa linea lo dimostra a ogni outfit.
Foto da Vogue
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