Stanno facendo discutere non poco i manichini plus-size che Nike ha messo in vetrina nel tentativo di combattere il body shaming e dimostrare che tutte possono sentirsi belle e in forma nel proprio corpo, senza necessariamente aspirare a un fisico da atleta.
Lo store incriminato è quello di Londra dove sono apparsi i manichini che mostrano corpi femminili più generosi rispetto alle taglie striminzite che generalmente si mettono in vetrina. Ma lungi dal procurare (solo) approvazione e plauso la scelta ha scatenato violente polemiche.
Una giornalista del Telegraph ha accusato Nike senza mezzi termini: secondo lei il marchio sportivo in questo modo non tiene conto del rischio che sovrappeso e obesità comportano per la salute. Su questo tenore anche molti commenti sui social. Controbilanciati, in parte, da chi invece sostiene che essere magri non è affatto sinonimo di salute e che tutte le donne devono avere diritto di essere rappresentate, anche dai manichini.
Le politiche di inclusione sono sempre delicate, rischiano di provocare discussioni accese e polemiche senza fine, eppure sono sempre importanti passi avanti verso una nuova consapevolezza e l’accettazione delle proprie peculiarità, al di là di modelli imposti.
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