In casa Givenchy si sente la mancanza di Riccardo Tisci ma non si può dire che Clare Waight Keller non stia facendo un buon lavoro, con tutte le difficoltà che comporta arrivare alla guida di una maison con la forte impronta personale del suo designer precedente e la lunga tradizione che le è propria.
La stilista sta cercando la sua voce, diventata riconoscibile in casa Chloè ma più difficile da coniugare al dna di Givenchy che ha un approccio molto differente alla linea femminile, sia dal punto di vista sartoriale che riguardo al lato decorativo.
Per questa collezione l’ispirazione è arrivata dal cinema berlinese degli anni Settanta e Ottanta con la sua esplorazione della città e dei suoi miti che hanno attraversato il tempo e sono spesso mutati radicalmente ma che restano ancora capaci di generare interesse.
Le spalle sono decise, i volumi generosi e le pellicce abbondano. Il punto vita è spesso sottolineato da una cintura annodata e anche quando si attinge al guardaroba maschile si fa con un tocco glam che subito riconosciamo tipico di Givenchy. Alla Waight Keller serve tempo ma ci saprà fare.
Foto da Vogue
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