In maggio a Parigi ci sarà l’annversario delle proteste studentesche del 1968 su cui Maria Grazia Chiuri ha visto una recente mostra a Roma cogliendo l’occasione per chiedersi: cosa avrebbe fatto Dior in quel periodo? La sfilata autunno inverno 2018-19 tenta di rispondere a questa domanda.
Cercando negli archivi immagini fotografiche di quel periodo ha scoperto come vestivano le donne che protestavano proprio fuori dai negozi Dior. In quell’anno poi Marc Bohan lanciaga la prima linea di pret-a-porter della maison intitolata Miss Dior. Elementi chiave per immaginare questa nuova collezione.
La moda interpreta i tempi e, così come avveniva in quell’anno, in questa epoca di disordini, mancanza di equilibrio, paure e incertezze la moda continua a rivestire il suo ruolo. Non solo estetico ma anche politico.
Le sollevazioni femministe sono nuovamente al centro della scena in questa collezione che riprende il filo del discorso delle precedenti – chi non ricorda le t-shirt con gli slogan femministi delle scorse stagioni?
L’approccio stilistico prende a prestito moduli dei tardi anni Sessanta a cui si ispira la collezione per il suo punto di partenza. Tutto si filtra attraverso le lenti dello stile Dior, la visione creativa della designer e il punto di osservazione contemporaneo.
Foto da Vogue
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