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Sheng Nu, essere single in Cina

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Sheng Nu

Ma quando ti sposi? Ce lo siamo sentite ripetere in tante, superate la soglia di età oltre la quale, fidanzate che fossimo o no, venivamo percepite come colpevolmente ritardatarie rispetto alle richieste della società.

La parola zitella in Italia non si adopera più, se non scherzosamente, ma ci sono altre parti del mondo in cui la pressione sociale sulle donne che non si sposano e restano single è altissima. È il caso della Cina dove esiste addirittura un termine denigratorio, Sheng Nu, per descrivere le donne single che non intendono o non possono – per mancanza del partner giusto – convolare a giuste nozze.

Le donne nella società cinese hanno fatto grandi passi avanti negli ultimi anni curando la propria educazione, diventando economicamente indipendenti, conquistando un ruolo che non è più, e non è soltanto, quello di madre e moglie devota. Un processo di emancipazione che altrove è considerato una conquista, in Cina è uno stigma che comporta l’esclusione.

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La definizione di Sheng Nu, usata per la prima volta nel 2007 dalla All-China Women’s Federation, descrive le donne oltre i 25 anni ancora single che si possono ormai considerare “scartate” dagli uomini. Poco importa se hanno un dottorato, un lavoro affermato, una vita culturale piena, una famiglia amorevole e molti amici, viaggiano in tutto il mondo e collezionano successi.

La pressione sociale su queste donne è fortissima, essere single è un demerito, una colpa addirittura, e la pressione proviene anche dal nucleo familiare e dalla cerchia di amici. Una realtà ancora molto radicata, persino nelle grandi città, è quella del mercato matrimoniale dove i genitori si recano a promuovere le proprie figlie indicandone il carattere, le caratteristiche fisiche, il salario, come fossero un prodotto da pubblicizzare al meglio per venderlo bene. E ciò accade spesso anche a loro insaputa o loro malgrado.

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Per questo nasce un film che ha voluto rivisitare in chiave moderna il concetto del mercato matrimoniale con una installazione nel cuore di Shanghai nella quale sono le donne in prima persona a raccontarsi e ad affermare la propria libertà di scelta. Le donne non vogliono essere più merce da piazzare ma promotrici di se stesse, padrone del proprio destino, capaci di scegliere se sposarsi senza essere obbligate a farlo.

L’intento è dimostrare, anche attraverso interviste e reazioni colte sul posto, che le donne single contemporanee sono donne forti e indipendenti e orgogliose di esserlo. Nella speranza di avviare una rivoluzione sociale che sui social viene descritta attraverso il tag #changedestiny.

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