La polemica divampa da settimane ma alla fine arrivano le scuse di HM a spegnere l’incendio di accuse che ha infiammato l’uscita dell’ultima campagna pubblicitaria legata alla linea mare 2012. Vi compaiono modelle e modelli che indossano i capi della nuova collezione di beachwear ma che dimostrano un’innaturale tintarella, talmente scura da essere apertamente artificiosa, enfatizzata anche dall’uso di ricchi riflessi.
Immediate le accuse da parte dell’associazione per la ricerca sul cancro svedese, subito riprese da simili associazioni in tutto il mondo, con la Rete accodata ad incalzare. Mostrare un’abbronzatura tanto artificiale quanto esagerata veicola un messaggio pericoloso considerando quanto l’esposizione indiscriminata al sole e ai dannosi raggi UV incida sul livello di insorgenza di melanomi e altri problemi dermatologici. Di recente si parla anche di un vero e proprio disturbo legato all’eccesso di esposizione solare, chiamato tanoressia.
Da HM fanno sapere: “Ci dispiace di aver ferito qualcuno con la nostra ultima campagna estiva. Non era nostra intenzione divulgare uno specifico ideale di bellezza o incitare a comportamenti pericolosi. Intendevamo solo mostrare la nostra nuova collezione di costumi.”
Ci hanno guadagnato un’esposizione mediatica immensa, benché inattesa e non del tutto positiva. E noi non possiamo fare a meno di riflettere sull’ennesimo episodio che coinvolge la pubblicità e i messaggi a volte distorti che veicola, incidendo in maniera più o meno diretta sulla percezione del mondo. E sui comportamenti, naturalmente.
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