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Primark copia Prabal Gurung?

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Questione spinosa, che di tanto in tanto riaffiora con forza perché attira l’attenzione in maniera più decisa ma che è sempre presente, a volte sotterranea e a volte più in superficie: parliamo delle copie, dei cloni, delle ispirazioni alle grandi firme della moda. A diversi gradi.

Il discorso è complesso e sfaccettato, perché una tendenza che si afferma viene ripresa più o meno contemporaneamente da tutti gli attori della moda, dai nomi più importanti al low cost passando per i brand che si collocano nella fascia del mid cost. L’esempio più clamoroso di stagione possiamo individuarlo nell’uso dell’arancio o del pitone.

Poi ci sono le ispirazioni che, pur non servendosi del marchio originale (che sarebbe contraffazione nuda e cruda) ripropongono linee e modelli di indubitabile provenienza. È il caso della Birkin, riprodotta e riproposta in mille e più varianti.

Infine c’è il caso in cui, e sembra proprio quello che coinvolge questa volta Primark e Prabal Gurung, il low cost prende diretta ispirazione dalla passerella, non proponendo modelli, tagli, stampe e colori simili, ma proprio identici. Ricorderete i sandali di Zara modello Balmain di qualche anno fa, che furono ritirati dal mercato. Ricorderete anche la diatriba sulle suole rosse, considerate da Louboutin di propria esclusiva pertinenza.

Il problema viene sollevato da The Fashion Law che ha pubblicato su Instagram la foto delle vetrine di uno di un negozio Primark a Londra nel quale si vede una serie di abiti a stampa floreale in giallo e nero molto somigliante a quelli della linea Resort 2012 di Gurung. Un tributo al genio, dice qualcuno, secondo cui imitazione cela sempre ammirazione. Copia spudorata, secondo qualcun altro. Voi che dite?

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