La notizia sta facendo il giro del mondo attraverso la Rete suscitando sorrisetti di commiserazione, divertimento, sdegno e tutta la gamma dei sentimenti umani, inclusi rabbia e indignazione ma anche condiscendente prese di posizione in favore della scelta di Abercrombie&Fitch che ha messo in vendita per la primavera-estate 2011 un bikini imbottito. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano e non si comprenderebbe la ragione di tale interesse e turbine di sentimenti contrapposti, ma le cose cambiano di colpo quando s’apprende che il bikini push-up è destinato alle bambine.
Dopo le polemiche suscitate dalle modelle sempre più giovani in passerella e quelle legate alle taglie, dopo il clamore che ha seguito la pubblicazione su Vogue Paris di un editoriale con bambine truccate e vestite d’alta moda (che si vocifera, come si diceva qualche giorno fa, potrebbe aver determinato il licenziamento di Carine Roitfeld), è il momento di discutere ancora su quanto ma soprattutto se sia opportuno violare l’infanzia proponendo capi e accessori da adulte alle bambine.
Però non si può fare a meno di pensare che il reggiseno del bikini push-up dalla taglia molto piccola possa andar bene non solo alle bambine ma anche alle ragazze molto magre che portano taglie piccole e difficili da trovare altrimenti. E questo non significa necessariamente essere anoressiche, cadendo in inutili generalizzazioni. Ma la battaglia delle associazioni dei genitori è appena iniziata, contro la precoce sessualizzazione delle bambine. Di contro chi difende Abercrombie sostiene che ormai le ragazzine sono consapevoli del proprio corpo assai prima di quanto lo fossimo noi alla loro età.
Via Racked
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