“Non ho voluto nulla di naturale” ha detto Marc Jacobs dal backstage di Louis Vuitton, “tutto doveva avere uno stile esasperato”. E poi ha preso a parlare di Art Deco, Art Noveau, Orientalismo, Kansai Yamamoto (il suo primo incarico in carriera) e la sua influenza.
Ha scelto di creare una collezione esageratamente colorata, punteggiata dall’animalier – effetto zebra o tigre, però, qualche volta dipinto direttamente sul corpo – con frange, paillettes, teste d’animale. L’understatement non è di casa, qui.
Pure le borse subiscono la stessa sorte. Dopo le rivisitazioni spesso aberranti delle ultime collezioni e la svolta ladylike della linea autunno-inverno, il marchio viene impresso sulle clutch con pietre luccicanti.
Un rifiuto del minimalismo netto che smentisce la tendenza delle passerelle di New York e riafferma, a Parigi, il trionfo della fantasia, anche quando palesemente sopra le righe. E comunque Marc Jacobs è noto per l’assenza, nel suo universo creativo, di qualunque mezza misura.
Foto da Style.com
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