La forza di Chanel risiede non solo nella sua storia ma anche nel suo presente: Karl Lagerfeld ha saputo ridare lustro e una dimensione nuova, spesso onirica, alle sfilate della maison. La vera forza di Karl Lagerfeld, invece, sta nella capacità di trovare ispirazione persino in uno dei film giudicati più noiosi del cinema degli anni Sessanta, L’anno scorso a Marienbad.
Da questo film è nata la scenografia che ha ospitato la sfilata, come sempre un vero e proprio show. Un giardino interamente in bianco e nero con fontane, viali, piante ornamentali e un taglio vagamente allucinatorio, molto avant-garde. Un’orchestra di 80 musicisti suonava nuovi arrangiamento di Björk, tra gli altri. E le modelle?
Si rischia di tralasciare gli abiti perché la struttura compositiva diventa assai invadente. Rigore e formalismo dominano anche i vestiti, di cui il setting è emanazione visiva, peraltro non senza una citazione: Coco Chanel in persona aveva disegnati gli abiti che Delphine Seyrig indossava nel film.
L’atmosfera surreale si ripete sui tagli, intesi proprio come tagli incongrui su pizzi o chiffon, materiali prediletti per questa collezione insieme al tweed effetto patchwork e ad un po’ di lattice. E tuttavia non sembra affatto che ci sia una violazione della norma tradizionale, se non si guarda da vicino la piccola rivoluzione interna al modello stesso, spesso riconfigurato.
Foto da Style.com
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