Le collezioni di Gareth Pugh sono sempre parse un po’ aliene nel panorama della moda contemporanea, pur non essendo il solo a sperimentare con materiali e modelli che dividono poco con la tradizione sartoriale considerata classica che tuttavia dimostra di avere interiorizzato. Pensiamo a Margiela e Chalayan, per esempio. Ma Pugh è ancora un passo avanti.
Usa la pelle e il neoprene, sceglie decorazioni modulari a metà fra avveniristiche tute da esploratori spaziali e ricordi da samurai, coniuga la femminilità più fragile con la mascolinità più decisa, ma senza che vi sia alcun contrasto tra i due concetti, legati invece a doppio filo e compresenti.
Controtendenza, le sue spalle sono naturali e non artefatte. La silhouette è la chiave interpretativa della sua collezione e rimane al centro di ogni modello.
Foto da Style.com
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