Per alcuni è spettacolo, per altri solo cattivo gusto. Sulle passerelle – o meglio: sulla passerella di Dior quest’anno non si mostra il décolleté e neanche le gambe, ma il sedere. Almeno nell’interpretazione di John Galliano che ha mandato sul catwalk eteree sirene callipigie che sconoscono l’uso degli slip ma amano indossare pepli trasparenti su forme tondeggiante e generose (per una volta almeno non c’è il solito mucchietto d’ossa ad indossare l’abito).
Gli abiti – spesso trasformati in tute intere – hanno un’aura da odalisca, per i modelli, i tessuti e i colori scelti dallo stilista, non senza un tocco etno d’impronta asiatica dato dai grandi collier e dai molti dettagli preziosi e l’ampio uso degli harem pants. D’altronde è più che noto l’amore di Galliano per l’Oriente sebbene non vi sia mai stato personalmente.
Il resto della passerella procede invece lungo i più classici binari del tailleur rigoroso e sartoriale, accessoriato a volte da ampie cappe corte o completato da soprabiti avvitatissimi dalle larghe gonne dimostrando che è possibile un compromesso tra l’estro sfrenato e la più rigorosa adesione agli stilemi tradizionali della maison di cui è ormai da anni amato direttore creativo.
Foto da Style.com e Nymag
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