Volendo semplificare al massimo, si penserebbe a Frankenstein in gonnella. Ma nulla è semplice sulla passerella delle sorelle Mulleavy, designer di Rodarte, che stagione dopo stagione stupiscono per l’evoluzione continua delle forme senza tradire mai il forte sperimentalismo che contraddistingue la griffe e rende ogni abito un’opera d’arte da indossare.
La sfilata di New York ha stupito per la forza comunicativa di ogni capo, talmente complesso e stratificato da far pensare in rapida successione a Balenciaga, arte astratta, retaggi bondage, fotografia, per le tonalità soffuse e declinati sui toni pallidi del grigio, robotica e romanticismo post-moderno.
Un bombardamento sensoriale che depone a favore della potenza comunicativa del brand, che si serve a piene mani della tecnica del collage sartoriale unendo insieme tessuti futuristici in lurex con sete drappeggiate ad effetto marmo, dettagli in metallo, pietra, legno e altissimi stivali in pelle che impacchettano letteralmente le gambe con lunghi nastri attorcigliati intorno.
Le due stiliste hanno dichiarato di aver pensato esplicitamente a Frankenstein, durante l’elaborazione creativa della collezione, ponendo l’accento proprio sul processo costruttivo del capo, che somiglia ad un’accozzaglia a prima vista disarmonica di elementi discordanti ma che proprio in questa disarmonia apparente trova la propria cifra stilistica.
Le calzature, a punta quadra, tacchi altissimi e gambali che arrivano fino all’inguine, sono ancora una volta firmate da Nicolas Kirkwood, che ha già collaborato con Rodarte.
Foto da Style.com
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