Due le certezze alla sfilata di Alexander Wang: tanto, tantissimo nero e il più sfrontato mix tra lusso e sartorialità coniugati ad uno spirito ribelle e profondamente rock. Le giacche dal taglio impeccabile perdono i dettagli fondanti del modello come i revers o le spalle e si abbinano a leggings e stivaletti ricchi di borchie e lacci, mentre una mise tutta pelle da bad girl si associa ad un collo di volpe che trasuda lusso. La giacca da biker con anfibi fa da contraltare un dettaglio di pelliccia mentre l’abito bon ton si porta con leggings di pelle e cappello maschile. Il classico tuxedo lucido invece si fa abito, aderente e strutturato, oppure completo minimo con giacca bolero, e altrove la camicia bianca diventa supersize e pretende la scena assoluta.
Non ha bisogno, Wang, di usare colori e artifici da illusionista, perché punta tutto sul rito della trasgressione sussurrata e mai esibita e sulla potenza dei modelli, tanto semplici quanto perfetti. Non è un caso se in prima fila sul front row sedevano Sarah Jessica Parker e Anna Wintour.
Infine c’è spazio per la femminilità, quella esasperata e scolpita sul corpo, fino al punto da sfociare nell’evocazione del bondage, con un’immediata associazione tra gli abiti e l’inevitabile feticismo cui ogni fashion addict è soggetta.
Foto da Style.com
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