Concludiamo la nostra carrellata sulle sfilate parigine appena chiuse con l’evento più atteso dell’intero calendario, per il suo storico apporto al mondo della moda ma anche perché questa sfilata ha avuto, nella carriera di Valentino, un forte valore simbolico: era l’ultima che firmava come stilista.
La maestria sartoriale che ha contraddistinto da sempre il grande sarto italiano che ha scelto Parigi come patria d’adozione salta all’occhio sin dal primo modello e l’impressione di altissimo livello rimane invariata modello dopo modello.
Fino al culmine finale quando, dopo una serie di abiti che stranamente disertavano il classico rosso simbolo della maison, ecco un tripudio di modelle di rosso vestite. Tutte uguali e tutte diverse: un Valentino, indosso ad ogni donna, è unico proprio come chi lo indossa.
Il suo posto sarà preso da Alessandra Facchinetti, già in Gucci, e che Valentino non ha fatto mistero di non aver scelto spontaneamente. Il trono di re della moda sarà in buone mani? Lo vedremo. Intanto, ammiriamo l’ultimo canto del cigno.
In tutto 74 le uscite in passerella, che hanno ripercorso nei modelli e nei materiali la lunga vita da couturier di Valentino: dagli abiti da giorno in lana degli anni ’60 al bianco e avorio che cita una delle sue collezioni più celebri, del 1968. Sontuosi, elegantissimi, mozzafiato gli abiti da sera. Non ci aspettavamo niente di meno.
Foto da Madame Le Figaro
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