Forse è vero ciò che raccontano del mal d’Africa: l’affascinante Continente Nero ti entra dentro e non puoi cancellarne le sensazioni che trasmette al punto che la pittura, il sapore etnico, i culti e le tradizioni millenarie nutrono e catturano l’estro e lo spirito di ogni artista che ne conosce la realtà.
Più che un defilè quello di Just Cavalli sembra il minuzioso reportage di viaggio di un turista affascinato da questa terra, tra meraviglia, stupore e incredulità: le stampe dei kaftani in chiffon ripropongono i motivi tribali, i colori accesi delle giacche da biker prendono spunto dalle decorazioni delle totem mask e persino i gonnellini piumati riproducono quelli indossati dalle tribù del Kenia e della Tanzania.
C’ è spazio anche per i monili, che ricoprono le braccia a suon di tintinnanti bangles d’argento e legno. Le stampe animalier, immancabili per la griffe, non sono nelle tonalità canoniche, ma si fanno meno aggressive e più leziose nei toni del rosa. E se nella Savana il cielo dovesse riempirsi di nuvolosi minacciosi, c’è spazio anche all’impermeabile.
Foto da: PopCrunch
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